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La sessualità e' una componente fondamentale del benessere psicofisico della persona, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è preoccupata di trovare una definizione di “salute sessuale” che ne contenesse i molteplici.

Per salute sessuale s’intende uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale - e quindi non semplicemente l’assenza di malattia o infermità – che si mantenga in tutte le attività che riguardano il sistema riproduttivo, le sue funzioni ed i suoi processi”.

I disturbi della sfera sessuale comprendono tutta una serie di condizioni che non consentono una soddisfacente vita sessuale :

  • Disturbi del desiderio sessuale (ad esempio quando il desiderio della persona è inibito o eccessivamente presente).
  • Disturbi dell’eccitazione sessuale (ad esempio i problemi di erezione nell’uomo o la lubrificazione insufficiente nella donna).
  • Disturbi dell’orgasmo (come ad esempio la eiaculazione precoce o la anorgasmia).
  • Disturbi che determinano dolore durante il rapporto sessuale.

Il disagio determinato da un disturbo della sfera sessuale rivela spesso un complesso sistema, tipicamente multifattoriale, che spesso comprende fattori relazionali, problematiche organiche, false credenze oltre e a volte, pregresse esperienze traumatiche.

La terapia ipnotica può aiutare chi si trova coinvolto in queste problematiche sia dal lato cognitivo, ovvero facendo prendere al soggetto una maggiore consapevolezza riguardo alle cause della disfunzione presente, sia agendo al fine di rimuovere le possibili cause alla base del disturbo.

Il vaginismo.

 Il vaginismo, un disturbo molto piu' diffuso di quanto si creda consiste in una contrazione riflessa (e quindi involontaria) della muscolatura del perineo, della vulva e della vagina, che può essere di entita' tale da rendere impossibile la penetrazione da parte del maschio.
E' una risposta riflessa e che quindi e' equiparabile ad altre risposte riflesse come ad esempio il battere le palpebre se qualcosa si avvicina ad un occhio.
Ance se e' una risposta riflessa e involontaria, nel vaginismo vi e' una grande parte di comportamento appreso, a causa ad esempio di precedenti esperienze dolorose durante il coito. La donna, infatti, a causa delle precedenti esperienze dolorose, teme e si aspetta di provare dolore durante l'atto della penetrazione, ed in risposta la muscolatura si contrae del perineo si contrae. L'attesa di provare dolore, naturalmente, si accompagna ad una importante quota di ansia.
Purtroppo, se la donna tenta di procedere comunque, prova dolore ed il dolore provato, dal punto di vista psicologico, costituisce un meccanismo di rinforzo per la volta successiva, cosi' che nel tentativo seguente, magari alcuni giorni dopo, ad un tentativo di penetrazione si ottiene una risposta dolorosa ancora maggiore.
Esistono diversi tipi di vaginismo. Ad esempio, si parla di vaginismo primitivo se la donna non è mai riuscita ad avere rapporti sessuali. E' una situazione che emerge, tipicamente, durante la fase adolescenziale, quando la ragazza, ad esempio, non riesce ad utilizzare gli assorbenti interni, oppure non riesce a farsi visitare dal ginecologo.
Il vaginismo viende chiamato secondario quando la donna lo ha sviluppato dopo un periodo piu' o meno lungo di tempo in cui i rapporti sessuali erano soddisfacenti. E' interessante notare come il vaginismo secondario sia piu' facile da trattare, ad esempio perche' la donna sa la penetrazione non necessariamente deve associarsi ad una sensazione di dolore.
Poiche' il vaginismo alla base e' una problematica di natura psicologica in condizioni anatomiche assolutamente, può essere trattato con varie modalita' terapeutica, tra le quali l'ipnosi risulta efficace.

La disfunzione erettile o impotenza.

Quando si parla di impotenza si intende la incapacità da parte dell'uomo di avere una erezione, oppure di riuscire a mantenerla per un tempo adeguato o ancora quando vi sia una incapacità ad eseguire la penetrazione. Possiamo avere tre situazioni :

  • Nella incapacità ad avere l’erezione, la stimolazione sessuale, sia essa psicologica o fisica, non è sufficiente a provocare un’erezione.
  • Nella incapacità a mantenere l’erezione per un periodo adeguato, anche se l’uomo riesce ad avere una erezione, non risulta poi in grado di mantenerla per un tempo sufficiente lungo a consentire una attività sessuale soddisfacente per se stesso e la la compagna.
  • Nella incapacità alla penetrazione, la risposte erettile iniziale viene poi meno durante il tentativo di penetrazione.

Le cause della disfunzione erettile.

La disfunzione erettile puo' avere molte cause e puo' insorgere in ogni fase della vita.

In caso di disturbi dell’erezione e' necessario per prima cosa rivolgersi al medico per escludere la presenza di cause fisiche. Infatti, malattie del sistema nervoso, alteraizoni vascolari, traumi, neoplasie, fumo, diabete, disfunzioni ormonali, alcool, droghe, ecc., possono infatti contribuire alla comparsa di impotenza. Molte volte le cause sono ti tipo psicologico e tra queste possiamo ricordare...

  • Ansia. d esempio per una ansia da prestazione, legata al paura del giudizio da parte della partner. Puo' divenire una ansia di tipo anticipatorio, come nel vaginismo.

  • Stress. Ad esempiocorrelato ad una situazione lavorativa

  • La noia. Ad esempio se l’uomo non trova la sua partner così eccitante come nel passato

  • La presenza di conflitti sessuali irrisolti.

  • Il timore di una gravidanza non desiderata. Questo risulta vero in modo particolare nei giovani.

  • Un senso di colpa. Ad esempio in caso di tradimento della partner.

  • Dinamiche educative. Quando ad esempio il soggetto e' cresciuto in un ambiente in cui il sesso è considerato qualcosa di “sporco”.

  • Disturbi psicologici come la depressione. Le sindromi depressive si associano spessoa disturbi come una riduzione della libido e a disturbi dell’erezione

  • Problemi relazionali con la partner. Ad esempio nel caso di rapporti conflittuali.

  • Ridotta autostima. Auando ad esempio nasca una disfunzione erettile partendo da fatto di pensare di non sentirsi degno di avere una relazione sessuale

  • La stanchezza fisica e mentale.

La terapia ipnotica può essere di grande aiuto in caso di impotenza. Infatti, in tutti quelle situazioni in cui l’impotenza è causata da stress, ansia, paure, sensi di colpa, conflitti irrisolti, la terapia ipnotica può portare alla risoluzione del disturbo in tempi molto brevi.

Bibliografia.

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Baram, D.A. (1995). Hypnosis in reproductive health care: A review and case report. Birth, 22(1), 37-42.

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Schneck JM. Hypnotherapy for vaginismus. Int J Clin Exp Hypn. 1965 Apr;13(2):92-5.

Johnson D. Sexuality and the psyche. Aust Fam Physician. 1995 May;24(5):785-9.

 

Abstract di lavori scientifici.

Vaginismus treatment. Hypnotherapy versus behavior therapy.

Neurosciences (Riyadh). 2005 Apr;10(2):163-7.
Al-Sughayir MA.
Department of Psychiatry, College of Medicine, King Saud University, PO Box 11342, Riyadh 261012, Kingdom of Saudi Arabia. Tel. +966 (1) 4671717. Fax. +966 (1) 4672571. E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Abstract
OBJECTIVE:
To investigate the effectiveness of hypnotherapy in the treatment of vaginismus compared to behavior therapy.
METHODS:
A consecutive sample of 36 women with vaginismus (DSM-IV criteria) referred to the out-patient psychiatry clinic at King Abdul-Aziz University Hospital in Riyadh between 1999-2003 were divided into 2 groups for either treatment on a random basis. A female psychologist independently and carefully assessed patients before and after treatment. Patients were treated until they achieved satisfactory sexual intercourse.
RESULTS:
Although both behavior therapy and hypnotherapy were successful in treating vaginismus, hypnotherapy performed better than behavior therapy in reducing the level of the wife`s sex-related anxiety and in improving the husband`s sexual satisfaction score. Success tended to occur faster in women treated with hypnotherapy as they received fewer treatment sessions. Women with vaginismus can be successfully treated by hypnotherapy without simultaneous treatment of their husbands.
CONCLUSION:
Hypnotherapy can provide an acceptable time and cost effective therapeutic tool that helps resolve vaginismus and improves sexual satisfaction in both spouses.


Therapy of vaginismus by hypnotic desensitization.

Am J Obstet Gynecol. 1980 May 1;137(1):1-7.

Fuchs K.

Abstract : Fear and anxiety are of tremendous importance in the production and maintenance of a symptom. Vaginismus, as a reaction of avoidance of an anxiety-producing situation, is readily amenable to treatment by systematic desensitization. This may proceed mainly in two ways: "in vitro" or "in vivo." In order to strengthen and speed up the densensitization process, we used hypnotic techniques in a dynamic approach. The "in vitro" treatment proceeds with imagery, under hypnosis, of an "anxiety hierarchy" of increasingly erotic and sexually intimate situations which will be reproduced at home with the partner, until sexual intercourse is achieved. In the "in vivo" method the patient learns self-hypnosis and then inserts in the vagina first a finger, and then Hegar dilators of gradually increasing sizes. The partner, the patient, and the physician will then successively proceed to insertion, forming a team-referred work situation. This continues until the "female superior position," practiced first with the largest dilator, is reproduced at home by intercourse. Between 1965 and 1974 we treated 71 women with this method. Good results were obtained in 16 of 18 by the "in vitro" technique and in 53 of 54 by the "in vivo" technique. One patient was referred from the "in vitro" group to the "in vivo" group. In follow-up of 2 to 5 years there was no relapse or symptom substitution.

Work in progress...

I disturbi del comportamento alimentare sono una serie di disturbi che comprende al suo interno persone con abitudini alimentari che possono nuocere anche gravemente alla salute di chi ne è affetto, nonche' condizionarne in modo persante le abitudini di vita sociale e lavorativa.
Questi comportamenti spaziano da una smodata assunzione di cibo al digiuno e possono associarsi alla messa in atto di comportamenti tendenti ad esempio a favorire la emissione del cibo ingerito come nel caso del vomito autoindotto o la assunzione di preparati a scopo lassativo o ancora alla assunzione di diuretici.
Le forme più diffuse (Hudson, 2007), anoressia e bulimia, possono essere viste come due estremi di uno stesso problema. Si parla di Anoressia Nervosa quando il paziente, non ha piu' una percezione congrua del proprio corpo (dismorfofobia) e ha la percezione che il proprio corpo sia in sovrappeso anche se non lo e' e posa anzi essere angra gravemente sottopeso. La problematica e' molto piu' comune nel sesso femminile ma vi sono anche casi tra i maschi. I soggetti affetti presentano una paura onnipresente di assumere peso, del tutto immotivata. Anche la Bulimia Nervosa riguarda piu' spesso soggetti femminili. Queste persone presentano episodi ricorrenti di perdita di controllo durante i quali assumono cibo fino a riempirsi completamente, salvo poi eliminare il cibo con, ad esempio, il vomito autoindotto.

Attualmente anche se non molto numerose, vi sono ricerche che dimostrano come terapie che includono l'ipnosi possono facilitare la risoluzione dei disturbi del comportamento alimentare, in particolare nell’ambito del trattamento della bulimia nervosa (Vanderlinden, 1995).
Possiamo ricordare, ad esempio, lo studio di Griffiths  sulla Bulimia Nervosa, pubblicato sulla European Eating Disorders Review (Griffiths, 1994). Questo autore ha dimostrato come gli interventi ipnotici inseriti all’interno di protocolli psicoterapeutici possa portare ad un miglioramento significativo e stabile nel tempo dei pazienti, dopo un trattamento di sole 8 settimane. Secondo l'autore la stabilità nel tempo dei risultati ottenuti era il risultato della implementazione delle tecniche ipnotiche. Nel 1987 Baker (Baker, 1987) ha pubblicato uno studio sulla Anoressia Nervosa eseguito con 36 soggetti di sesso femminile. Questo autore ha ottenuto risultati positivi nel 76% dei casi, ove per risultati positivi si intendeva la remissione dei sintomi ed ottenimento di un peso acccettabile e stabile, con follow up ad un anno.  Il gruppo di soggetti di controllo, trattate con uno schema di terapia tradizionale raggiungeva invece risultati positivi nel 53% dei casi.


 
Bibliografia.

Baker EL, Nash MR. (1987) Applications of hypnosis in the treatment of anorexia nervosa. American journal of clinical hypnosis, 29, 185,193.

Griffiths RA, Hadzi-Pavlovic D, Channon-Little L. (1994). A controlled evaluation of hypnobehavioral treatment for bulimia nervosa: Immediate pre-post treatment effects. European Eating Disorders Review, 2, 202-220.

Griffiths RA, Hadzi-Pavlovic D, Channon-Little L. (1996). The short term follow up of hypnobehavioral treatment for bulimia nervosa: Immediate pre-post treatment effects. European Eating Disorders Review, 4, 12-31.

Hudson JI, Hiripi E, Pope Jr, et al. (2007). The Prevalence and Correlates of Eating Disorders in the National Comorbidity Survey Replication. Biological Psychiatry 61 (3): 348–58.

Hutchinson-Phillips S, Gow K, Jamieson GA. Hypnotizability, eating behaviors, attitudes, and concerns: a literature survey. Int J Clin Exp Hypn. 2007 Jan;55(1):84-113.

Thompson J. Kevin, Linda Smolak. Body Image, Eating Disorders, and Obesity in Youth: Assessment, Prevention, and Treatment. Amer Psychological Assn, 2001.

Vanderlinden J, Spinhoven P, Vandereyken W et al, . (1995) Dissociative and hypnotic experiences in eating disorder patients: an exploratory study. American journal of clinical hypnosis 38(2):97-108.

La terapia ipnotica per riconquistare il proprio sonno.

Il sonno e' un momento essenziale nella vita delle persone. E' un periodo di rigenerazione. Per l'OMS l'insonnia e' definita come una difficolta' nell'iniziare o nel mantenere il sonno o ppure anche come un sonno non ristoratore che si presenta almeno tre volte a settimana e che ha ripercussioni negative sulle attivita' quotidiane. La ricerca riporta come il 10-15% della popolazione adulta soffra di insonnia persistente ed almeno il 30% di periodi di insonnia nel corso della sua vita. Purtroppo poche di queste persone crcano un aiuto.

Per insonnia si intende sia un deficit quantitativo di sonno, ovvero il dormire per un tempo non adeguato (o anche il non dormire affatto), sia un deficit qualitativo, ovvero il dormire male e quindi in maniera non riposante. E quando una persona non riesce a trarre beneficio dal proprio sonno e questa situazione perdura nel tempo, si genera un disagio.

Anche se viene percepita dal paziente come un disturbo primario, ovvvero sia come espressione di una malattia in se e per se, in realta' l'insonnia non e' una malattia ma un sintomo di qualche altro tipo di problematica, sia essa organica o psicologica o ancora determinata dalla situazione ambientale (Chokroverty, 2000). Tra le cause di insonnia occasionale possiamo ricordare gli eventi stressanti, gli eventi emotivamente importanti (es, la preoccupazione per il mutuo), una non corretta igiene del sonno (ad esempio andare a letto subito dopo aver cenato o dopo awer visto film o spettacoli molto „forti“ o awer assunto bevande ad effetto stimolante, ecc), la assunzione di certi farmaci. Tra le cause fisiche di insonnia possiamo ricordare l'ipertiroidismo, il dolore fisico, come in chi soffre di problemi osteoarticolari come l'artrite, i disturbi gastrointestinali, ecc. Tra le problematiche psicologiche che possono determinare insonnia possiamo ricordare il disturbo bipolare e le sindromi depressive.

 Una volta insorta ;'insonnia puo' procedere in modo parallelo alla causa sottostante ed essere quindi un fenomeno transitorio o ricorrente o anche di lunga durata. Una volta insorta, tuttavia, diviene anche un problema in se e per se, determinando un insieme di reazioni, nel soggetto, che possono contribuire al mantenimento del disturbo stesso (ad esempio il timore di non addormentarsi che puo' generare ansia e quindi uno stato di iperattivazione adrenergica, non certo compatibile con il sonno). La ricerca scientifica ha riscontrato tramite studi polisonnografici che nei soggetti che soffrono di insonnia il tempo di addormentamento risulta aumentato mentre si osservano meno differenze (rispetto ad un ggruppo di persone senza insonnia) riguardo ai risvegli notturni. Tali risultati hanno portato a pensare che la problematica fondamentale nel disturbo insonnia sia la difficolta' ad iniziare il sonno, sia al momento di andare a letto che in ocasione di eventuali risvegli notturni (Ferri, 1996).

Come e' stato accennato poco sopra, l'insonnia, influenzando la qualita' del riposo notturno, risulta avere ha delle ricadute sul benessere e sulla qualità della vita della persona che ne soffre. La persona che soffre di insonia, ad esempio, puo' diventare irritabile, ricorda con difficolta' le cose, fa fatica a concentrarsi, ecc. con risvolti negativi sulla vita lavorativa ed affettiva. E' stata inoltre riscontrata la asociazione tra l'insonnia cronica non trattata ed alcuni tipi di problematiche come ad esempio la depressione e le coronaropatie.

La letteratura scientifica ha identificato nei soggetti che soffrono un elevato livello di attivazione fisiologica generale (arousal) e una reattività agli stimoli stressanti più alta del normale quelli piu' rischio di sviluppare insonnia cronica (Drake, 2003). L'ipnosi che, come noto, consente di realizzare ottimi livelli di rilassamento fisico e mentale con riduzione della attivazione del sistema nervoso simpatico, puo' essere utilimente utilizzata per il trattamento déi disturbi del sonno(Beng-Yeong Ng, 2008).

Come abbiamo visto, anche se in alcuni casi alla base dell'insonnia vi sono problemi fisici o mentali di una certa entita', nella maggiore parte delle persone, pero', l'insonnia e' legata a pensieri intrusivi che riguardano i problematiche quotidiane o future con un rimuginio continuo in relazione alle situazioni ed agli eventi futuri. Si tratta di pensieri intrusivi ovvero spontanei, non voluti e non controllabili, che hanno forma di pensieri verbali o di immagini. Un rimuginio continuo riduce la qualita' del sonno perche' tiene attiva la mente ed incrementa il livello di tensione fisica corporea

Le persone tendono a considerare questi pensieri come incontrollabili e non li sanno quindi gestire in modo adeguato tendendo, anzi, a rispondere alle intrusioni con un aumento della propria attivita' mentale (ad esempio cercando di scacciare i pensieri non desiderati solo che questo attiva ulteriormente la mente con un incremento déi pensieri disturbanti : un classico fenomeno di rebound) ! Insomma, combattere l'insonnia contando le pecore, di solito non funziona.

Una volta che il problema e' iniziato, inoltre, il timore dell'insonnia stessa (ansia anticipatoria : il pensiero di non riuscire a dormire non méi fa dormire !). Il soggetto infatti, quando si accorge di soffrire di insonnia, tende a catastrofizzare la situazione, con un incremento del livello di tensione emotica e fisica.

Il trattamento dell'insonnia.

Psto che siano state escluse con il proprio medico cause organiche o psichiatriche rilevanti, il trattamento dell'insonnia puo' essere di vario tipo, ma deve sempre prevedere una

  • Componente di psicoeducazione  :
Creazione di un ambiente confortevole al sonno (es. Illuminazione della camera, temperatura della stessa, riduzione del rumore, ecc..
Consigli relativamente ai benefici della attivita' fisica.
Consigli su alcuni comportamenti da evitare come l'assumere sostanze eccitanti prima di andare a letto (the, caffe', ecc), di andare a letto subito dopo awer cenato, di guardare programmi particolarmente „forti“ prima di andare a letto o anche il mantenere una attivita' „mentale“ o „fisica“ intensa fino a poco prima dell'ora di andare a dormire.
  • Una componente di tipo cognitivo. E' necessario far comprendere al sogetto alcuni dei meccanismi mentali che si sono messi in atto con l'insonnia. Ed e' inoltre impotante che il soggetto aprrenda delle tecniche in grado di ridurre il livello di attivazione mentale e fisica in modo che il soggetto possa imparare a gestire le intrusioni mentali, ecc.

La letteratura scientifica che esplora il ruolo dell’autoipnosi e dell’ipnosi nel trattamento dell’insonnia è ancora in via di sviluppo, ma sia gli studi su casi singoli o piccoli campioni sia studi più rigorosi riportano risultati promettenti ottenuti in tempi notevolmente più brevi rispetto ad altri approcci. Tra le pubblicazioni riguardanti l'uso dell'ipnosi nel trattamento déi disturbi del sonno possiamo ricordare uno studio condotto da Becker (Becker, 1993)nel quale un gruppo di pazienti che soffrivano da diversi anni di insonnia cronica ha partecipato ad un trattamento di alcune sedute ipnotiche. I risultati mostrano che l’ipnosi permetteva ai pazienti di riposare meglio riducendo i risvegli notturni e limitando gli episodi di risveglio precoce.

L'ipnosi si rivela utile anche nel trattamento dell'insonnia in ambito pediatrico, situazione nella quale pur essendo l’insonnia molto diffusa, difficilmente si presenta come un problema a sé stante in quanto molto spesso è generata da stress, paure o difficoltà nel socializzare. Anbar (Anbar, 2006) ha eseguito uno studio in bambini in età scolare nel quale i risultati hanno dimostrato che la stragrande maggioranza dei soggetti, nonostante soffrissero d’insonnia da una media di circa tre anni, hanno riportato dei miglioramenti in molti aspetti legati alla loro qualità del sonno raggiungendo in molti casi la completa remissione del disturbo. I pazienti al termine dell’intervento, che solo in rari casi ha richiesto più di due sedute, riportavano una fase di addormentamento più breve e una minore frequenza di risvegli notturni e precoci.

Nel trattamento dell'insonnia mediante le techiche di ipnosi risulta spesso utile associate la pratica dell’autoipnosi per consentire di estendere nel tempo i benefici ottenuti (Hammond, 1990).

 

Bibliografia.

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