EMDR - Principi di funzionamento

L'EMDR si basa sul presupposto che gli eventi traumatici, siano essi uno o piu' grandi eventi come ad esempio un lutto o una serie continue violenze psicologiche come l'aver avuto uno o entrambi i genitori che ci hanno esposto ad una situazione di costante neglet o rifiuto, possano, nel sistema nervoso di alcune persone, rimanere non elaborate adeguatamente e condizionare la vita attuale.

Perche' le emozioni non devono essere elaborate in modo adeguato da parte di tutti ? Non lo sappiamo. Sicuramente sono molti i fattori coinvolti e diventerebbe lungo e complesso addentrarsi in spiegazioni di questo tipo. Tuttavia sappiamo che, molte persone, esposte ad eventi altamente traumatici, ne portano i segni per lungo tempo, se non per sempre, come ad esempio reduci di guerra, vittime di strupro, ecc. In questi soggetti, il trauma e' stato cosi' devastante che il soggetto, la sua mente, non ha avuto il modo e/o le capacita' e/o le possibilita' di elaborarlo in modo adeguato. Il ricordo dell'evento rimane cosi' un qualcosa di isolatodalla rimanente parte del sistema nervoso, pronto a riemergere con tutta la sua forza in modo a volte inaspettato durante la notte (es. incubi) o durante il giorno (ansia, attacchi di panico, ecc) oppure in coccasione di certe situazioni che possano ricordare la situazione traumatica iniziale.

Ecco, l'EMDR e' nata per lavorare in modo specifico su questi pazienti e lo fa con risultati superiori ad ogni altra tecnica. Il motivo di una tale efficacia e' dovuto forse anche al fatto che utilizza le capacita' dell'individuo, ovvero quello che accade ogni notte durane il sonno REM (Rapid Eye Movement). In altre parole durante l'EMDR il terapeuta "rimette" in modo un processo rielaborativo sponteneo e si preoccupa di tenerlo "in pista" anche quando questo da solo non ci riuscirebbe. Lo rimette in pista rievocando l'evento e lo tiene in pista con una serie tdi tecniche e procedure appartenenti all'ambito psicologico e piu' in particolare psicoterapeutico.

La stimolazione bilaterale oculare o attraverso altri canali sensoriali attiva una piu' veloce rielaborazione delle informazioni contenute nella memoria del paziente, contentendo un piu' facile accesso a diversi network neurali, compresi quelli che, nati in occasione di un trauma violento, vivono, in un certo senso, di vita propria.

La teoria sottostante all’EMDR ipotizza che alcuni traumi possano rimanere come “congelati” nel cervello, non avendo così la possibilità di integrarsi con le altre esperienze e conoscenze di cui la persona potrebbe servirsi, mantenendo quindi intatta la loro carica emotiva negativa. L’EMDR sembra favorire una naturale rielaborazione e integrazione dell’esperienza nel soggetto in modo simile a quanto avviene nella fase REM del sonno, quella in cui si sogna e che è caratterizzata da rapidi movimenti oculari spontanei.

Concretamente l’EMDR consiste nell’individuare alcuni ricordi o immagini in qualche modo disturbanti, su cui viene effettuato un lavoro di rielaborazione. Quest’ultimo viene svolto seguendo un preciso protocollo di intervento che prevede anche una cosiddetta “stimolazione bilaterale”, che può essere di vario tipo, come ad esempio un movimento delle dita da seguire con gli occhi o un suono alternato fra orecchio destro e sinistro ascoltato tramite una cuffia. Questa stimolazione bilaterale rappresenta sicuramente l’aspetto più particolare e suggestivo della metodologia, da cui deriva anche l’acronimo inglese EMDR, che significa “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari”. Nell'EMDR, e' bene dirlo, il paziente ha sempre un ruolo attivo, forse molto piu' che in altri tipi di psicoterapie.

Bibliografia.

  • "Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR): Basic Principles, Protocols, and Procedures". Francine Shapiro. The Guilford Press; 2 ed, 2001.
  • "EMDR as an Integrative Psychoterapy Approach : Experts of Diverse Orientations Explore the Paradigm Prism". F. Shapiro. American Psychological Association (APA), 1 ed, 2002.
  • "A Therapist's Guide to EMDR: Tools and Techniques for Successful Treatment". Laurel Parnell. W.W. Norton & Company; 1 ed, 2006.
  • "A Guide to the Standard EMDR Protocols fo Clinicians, Supervisors, and Consultants". A.M Leeds. Springer Publishing Company, 1 ed, 2009.
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